Stati Uniti, Seattle, proteste e due o tre link interessanti usciti in questi giorni
In attesa che ritorni inPrimis quotidiano
Fino a metà luglio inPrimis è in pausa, e sta riflettendo su come continuare. Si tratta di una riflessione sia personale, visto l’impegno quotidiano che ha significato per me inPrimis in questi ultimi quattro anni, ma anche si una riflessione collettiva, perché un pezzo alla volta inPrimis ha coinvolto giornalisti, ricercatrici, esperte, appassionati che regolarmente pubblicano i loro contributi in forma audio.
Nei giorni scorsi ho pubblicato un sondaggio sull’ascolto di inPrimis, se non l’hai ancora compilato fallo ora!
Se inPrimis si è fermato, ovviamente il resto del mondo no. Qua di seguito vi racconto cosa ho trovato particolarmente interessante negli ultimi tre giorni:
un’inchiesta Reuters su come molti giudici Usa abbiano violato la legge, condannato persone senza rispettare le promesse (guess what? La maggior parte erano poveri/afroamericani), e sono ancora al loro posto. Si va da giudici che hanno condannato a un anno e mezzo di carcere una donna che non ha pagato una multa (si rischia di meno per omicidio colposo) ad altri che hanno fatto commenti razzisti, entrati nelle stanze di consiglio urlando che Dio aveva rivelato l’innocenza dell’imputato, e altro;
diverse grandi aziende stanno aderendo alla campagna Stop Hate for Profit sospendendo gli investimenti pubblicitari sulla piattaforma Facebook; la campagna chiede varie cose, tra cui togliere il sito “Breitbart News” dell’estrema destra statunitense dall’elenco delle “fonti affidabili”, proteggere gli utenti afroamericani, riconoscere la negazione dell’Olocausto come odio, e in generale di smetterla di promuovere odio, razzismo, antisemitismo, violenza.
dall’8 giugno scorso è stata occupata Capitol Hill a Seattle, nello stato di Washington, con la creazione di una sorta di “zona autonoma” dove la polizia è stata cacciata dai manifestanti, nel contesto delle lotte antirazziste in corso negli Stati uniti che per molti sono un’occasione di ripensare la società nel suo insieme. La “supervisione comunitaria” senza poliziotti sta facendo infuriare Trump, che ha più volte chiesto lo sgombero. Non è tutto facile, ci sono state anche quattro sparatorie e almeno due morti giovanissimi (l’ultimo due giorni fa aveva solo 16 e il 14enne che era con lui è gravissimo; prima un 19enne il 20 giugno era morto; nelle altre due sparatorie si contano alcuni feriti); eppure anche se le uniche notizie che arrivano al grande pubblico sono quelle delle sparatore, in quei sei isolati si sta sperimentando ben di più di una semplice occupazione. Resta attiva la collaborazione con le autorità cittadine, che non hanno ancora dato l’ordine di sgombero o di reinsediamento della polizia;
la creazione della Chop (Capitol Hill Organized/Occupied Protest) arriva nel contesto delle proteste seguite all'uccisione di George Floyd lo scorso 25 maggio a Minneapolis, tenuto a terra con un ginocchio sul collo dall'agente di polizia Chauvin per oltre 8 minuti fino a che non è morto soffocato. Il movimento Black Lives Matter (BLM) nato nel 2013 ha ispirato nelle scorse settimane milioni di persone, da gente comune a personaggi dello sport (con le scuse della NFL a Kapernick, che si inginocchiò per BLM nonostante mettesse a rischio la carriera anche se rimase qualche sponsor importante), da sinceri attivisti a politici blasonati che (nell'anno di un'importante campagna elettorale) stanno mostrando il loro sostegno non senza un pizzico di opportunismo;
Floyd non è stata l’ultima vittima della polizia del 2020: considerando che nel 2019 la polizia ha ucciso negli Usa 1,089 persone probabilmente anche mentre stai leggendo questa newsletter, tra qualche ora, qualcuno verrà ucciso. Cosa è successo di diverso questa volta rispetto agli innumerevoli casi degli anni scorsi, oltre a un video che ha mostrato chiaramente le responsabilità della morte di George Floyd, schiacciato dal peso di un poliziotto che in passato era già stato messo sotto procedura disciplinare in diciassette casi? Tra i fattori, il coronavirus ha colpito di più la popolazione afroamericana. Ha un ruolo anche il fatto che il 2020 sia anno di elezioni, e per opposti motivi i Democratici (sostenendo parzialmente le proteste) sia i Repubblicani (chiedendo legge ed ordine) danno risalto al dibattito. Ma non c’è mai una risposta unica al motivo per il quale una situazione che si protrae da decenni esplode. L’emotività del video ha smosso milioni di coscienze e ha fatto esplodere il sostegno al movimento BLM, a parole ora sostenuto dalla maggioranza della popolazione americana;
oggi è la data in cui avrebbe dovuto iniziare l’annessione unilaterale di buona parte della Cisgiordania da parte di Israele, progetto (forse) rimandato ma di certo non cancellato da parte del premier israeliano Netanyahu (vedi Bibi frena ma non rinuncia all’annessione)
Un altro paio di segnalazioni vengono invece non tanto dalla cronaca recente, ma sono riflessioni importanti per capire il nostro tempo.
alcune settimane fa è uscito l’ultimo libro di Thomas Piketty sulle disuguaglianze, e la recensione di Annamaria Testa su Internazionale è particolarmente ricca e interessante;
sempre da Internazionale, l’articolo di Stefano Liberti L’esperimento che può rendere più giusti i prezzi al supermercato .
Infine, come sicuramente hai capito se hai seguito nelle scorse settimane, sono in vacanza.
inPrimis, in forma diversa da come era prima, torna tra una quindicina di giorni.
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By the way, i libri che mi sono messo nello zaino in queste due settimane sono bellissimi
“Il Carmine ribelle” di Marco Ugolini, che parla della mia città (Brescia);
“Il Racconto dell’Ancella” di Margaret Atwood;
“Questa è l’America” di Francesco Costa di cui mi mancavano alcune decine di pagine.
Dopo il lockdown, ho deciso di non comprare più libri da Amazon, o quasi. In fondo mi basta una telefonata per trovare quasi tutto nel giro di qualche giorno in un’ottima libreria del centro: Rinascita. Una decisione che se vuoi puoi commentare qua.
A presto,
Francesco Zambelli