Lo sgombero di Seattle e altre due o tre cose da segnalare
inPrimis torna a metà luglio. Ma non vogliamo lasciarti senza notizie del tutto :)
Questa newsletter e inPrimis
Come ben sai inPrimis è in pausa, ma questo non significa affatto che mi sono dimenticato di chi come te nelle scorse settimane ha esplicitamente chiesto di continuare in questo progetto (se non l’hai fatto, è per pigrizia? Altrimenti puoi sempre cancellarti dalla newsletter…)
inPrimis sarà diverso, innanzitutto perché proverà ad essere sostenuto dalla comunità di ascolto e continuerà ad esistere grazie a chi ha espresso il desiderio di continuare ad ascoltarci. Se vuoi contribuire, puoi farlo da qui
Ho anche pensato che molte persone vogliono continuare a seguire inPrimis, ma non possono permettersi un abbonamento a una newsletter. Se sei tra loro, fai iscrivere a questa newsletter almeno 10 persone (anche nella versione gratuita) e ti regalerò un abbonamento per un anno. Dì loro di scrivermi segnalando che sono arrivati grazie a te :)
Ed infine, anche in questi giorni di pausa non possono passare senza qualche spunto interessante. inPrimis sarà un po’ di più questo, nel futuro: oltre alle notizie in breve, ci piacerà usare la newsletter anche per segnalare link che approfondiscono gli argomenti principali del giorno.
Per vocazione, so che avrò la tendenza a segnalare di più in lingue straniere (solitamente inglese o francese, più raramente spagnolo o tedesco) perché spesso le analisi più interessanti si trovano fuori. Puoi sempre protestare, se preferisci avere le segnalazioni in italiano, sia commentando sia rispondendo alla mia newsletter in forma privata.
Lo sgombero della Chop Zone di Seattle
Poche ore dopo l’ultima newsletter in cui segnalavamo la Chop, la zona autonoma di Seattle è stata sgomberata. Sono usciti diversi articoli per parlarne, segnalo
il Manifesto Esperimento finito, la polizia sgombera la comune di Seattle
gli audio raccolti da Radio onda d’urto in questo articolo.
Il ritardato avvio dell’annessione della Cisgiordania da parte di Israele
Nei giorni scorsi il premier israeliano Netanyahu avrebbe voluto annettere buona parte della Cisgiordania all’interno di Israele, ma il primo luglio non è successo quasi nulla (tra le critiche della Comunità internazionale - inclusa l’alta commissaria dell’Onu per i diritti umani con l’intervento “Israel’s illegal annexation plans for Palestine, ‘disastrous’ for wider Middle East” e un appello al governo italiano). Il primo luglio si sono svolte manifestazioni di protesta nei territori palestinesi e manifestazioni di solidarietà in tutto il mondo, di cui si è parlato pochissimo.
Probabilmente il “nulla di fatto” non è dovuto alla richiesta del partner di governo di Netanyahu, il leader di Blu e Bianco Benny Gantz, di “occuparsi prima del coronavirus” (che in Israele è una crisi con diverse centinaia di contagi ogni giorno, tanto da decretare poche ore fa lo stato di emergenza). Gantz nei mesi scorsi si è proposto come grande oppositore di Netanyahu, salvo poi fare un accordo per spartirsi il ruolo di primo ministro (sono in pochi a credere che alla fine del suo turno, Netanyahu si faccia davvero da parte per sostenere un governo guidato da Gantz - come abbiamo raccontato anche in diverse trasmissioni di Palestina in un minuto a cura di Amedeo Rossi).
È invece molto più comprensibile considerare che un Netanyahu non può portare avanti un progetto come questo senza avere il pieno sostegno di Washington, e tra pochi mesi non ci sarà più Trump. Segnalo una bella analisi del Post su questo tema.
La taglia russa sui soldati statunitensi in Afghanistan
Un altro tema di cui si dovrà parlare molto, dopo l’inchiesta del New York Times e confermata poi da altri giornali, è quello della Russia che offre una taglia ai talebani per uccidere i soldati statunitensi nel teatro di guerra afghano. Una sintesi delle reazioni, con Trump che effettivamente avrebbe ignorato l’importanza di un briefing a questo dedicato all’inizio dell’anno, da parte della BBC.
Il caso Regeni
Un’interessante analisi di Lorenzo Cremonesi sul Perché sul caso Regeni l’Egitto non dirà mai la verità, su come il presidente Al Sisi non potrà mai andare contro la base del suo potere. Non condivido la conclusione dell’articolo, ma in fondo non sarei socio di Banca Etica altrimenti.
Un nuovo governo in Francia
Ne hanno parlato un po’ tutti, tra cui Le Monde
Il rapporto annuale dell’Istat
Non ho ancora avuto il tempo di leggerlo, ma è un documento interessante che racconta lo stato del nostro Paese. In cui viene raccontato anche questo inizio di 2020, con il lockdown, le condizioni di lavoro, e una sfilza di altri dati. Se devo scegliere una delle tante elaborazioni, una di quelle che non può non lasciare il segno, ecco l’elaborazione sui dati delle chiamate al numero contro la violenza di genere e stalking 1522, marzo-maggio degli ultimi tre anni.
Il report completo lo trovi qua
Con questo, per oggi è tutto che ti ho già scritto molto. Qualche altra notizia nei prossimi giorni, e se non l’hai ancora fatto ti invito a completare il nostro sondaggio sull’ascolto di inPrimis!