Guerra in Ucraina, passi avanti nei colloqui con la Russia: no all'adesione alla Nato, possibile all'Unione europea. Usa scettici.
Per i profughi in Italia sostegno di 300 euro al mese per tre mesi, protezione temporanea di un anno rinnovabile. Il governo diviso sull'aumento delle spese militari al 2% del Pil.
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Le rubriche:
"Armi e disarmo" di Giorgio Beretta: 1 aprile, la Carovana per la pace va in Ucraina
"Diritti umani in un minuto" di Simone Rizza, Amnesty International Italia: Anche il Relatore Speciale delle Nazioni Unite parla di apartheid in Israele
Passi avanti nei colloqui per terminare la guerra in Ucraina si sono visti ieri a Istanbul, dove le delegazioni di Ucraina e Russia si sono incontrate per la prima volta faccia a faccia in più di due settimane.
https://www.nytimes.com/2022/03/29/world/europe/russia-ukraine-peace-talks-istanbul.html
I punti di intesa sono la neutralità dell'Ucraina, con l'assenza di basi militari straniere sul territorio. La forma di difesa richiesta dall'Ucraina sarebbe qualcosa di simile a garanzie di sicurezza con il coinvolgimento di altri paesi tra cui forse l'Italia, oltre a Regno Unito, Cina, Polonia, Stati Uniti, Francia, Turchia, Germania, Canada e Israele.
In cambio della non adesione alla Nato, la Russia non si opporrebbe all'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea.
La Russia ha interrotto alcuni dei bombardamenti, sulla capitale Kiev e Chernihiv. La questione dello status della Crimea, annessa otto anni fa dalla Russia, e del Donbass, ovvero il sud est confinante con la Russia, seguirebbero trattative separate e dovranno concludersi entro 15 anni.
https://www.ilpost.it/2022/03/29/ucraina-guerra-notizie/
Gli Stati uniti sono invece scettici e non considerano seri i segnali da parte di Mosca, parlando più di "avvicendamento di truppe" che non di un ritiro dalle zone attorno a Kiev e Chernikiv.
Sul campo è stata ancora una notte di bombardamenti. Esplosioni sentite anche nella capitale Kiev, ha riferito la BBC. 94 navi civili con derrate alimentari sono bloccate dalla Russia nel mar Nero, quindi bloccando l'esportazione di un passaggio che vale il 30% delle esportazioni mondiali di grano, il 20% del mais e il 75% dell'olio di girasole.
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