Due parole sui vaccini, e le nostre rubriche settimanali
Il nazionalismo vaccinale non salverà il mondo. Scavalcare la legislazione sui brevetti potrebbe invece aiutarci parecchio.
La questione dei vaccini da diverse settimane è al centro del dibattito pubblico e politico. Il mancato rispetto delle consegne delle dosi previste da parte delle multinazionali farmaceutiche; la scelta da parte delle stesse di distribuire prioritariamente chi ha pagato di più (Usa, Regno Unito, Israele); l’abitudine dei politici italiani di mettere persone incompetenti ma ben intrallazzate con il sistema a gestire anche i nodi cruciali della pubblica amministrazione (soprattutto dove girano più soldi, vedremo dopo) sta mettendo a rischio la vita di migliaia di persone ogni settimana, creando problemi economici sociali psicologici a tutti e tutte noi.
Il caso della Lombardia, governata per 26 anni dal centrodestra, è emblematico. Durante questa pandemia è stata la regione più colpita, con oltre 30mila morti su 10milioni di abitanti, una percentuale quasi doppia dei morti di Usa e Francia e poco meno del doppio della media italiana. La Lombardia si è caratterizzata per inefficienze nella fase iniziale (mancata chiusura delle zone di Nembro e Alzano), sospetti di profitti privati nella fase immediatamente successiva (i camici del cognato del presidente Fontana poi trasformati in donazione), i vaccini influenzali pagati a peso d’oro, il caos nella gestione delle vaccinazioni con episodi di assembramenti quando a Milano sono stati convocati il 50% degli anziani in più delle dosi disponibili, e poi pochi giorni dopo lo spreco delle dosi (anzi, dosi non sprecate grazie alla buona volontà di chi si è messo a chiamare possibili destinatari uno a uno) perché non partivano gli Sms. E non vale, francamente, dare la colpa a esterni come sembrano fare i vertici della Regione: la società incaricata della gestione, Aria Spa, è stata voluta creata finanziata e gestita come società interna alla regione. La gestione delle prenotazioni, tanto per dire, vale un contratto da 22 milioni di euro.
Dopo aver speso due righe sulla regione dove sono nato cresciuto e vissuto buona parte della mia vita, anche ora, penso che sia necessaria un’altra riflessione sui vaccini. Non sarà il nazionalismo vaccinale a salvare il mondo. Il blocco delle esportazioni che viene sbandierato da più parti non è il punto fondamentale su cui insistere. L’India sta bloccando le esportazioni tra cui quelle del vaccino AstraZeneca, mettendo a rischio le vaccinazioni in 70 paesi del mondo che fanno parte del progetto Covax. Trattenere per sé in un gesto egoistico sposta solo il problema da un’altra parte, e il virus non è particolarmente ligio a rispettare i confini. Pensare che il blocco delle esportazioni dei vaccini (come quello a cui ci si sta riferendo spesso in Europa) possa fermare il contagio, la pandemia, salvare le vite di tutti noi è la più grande menzogna a cui attaccarsi per non affrontare la vera questione ovvero che bisogna produrre più vaccini, infialarli e distribuirli per tutti e tutte in tutto il mondo, e l'unico modo per farlo è scavalcare l'attuale legislazione sui brevetti.
Ho scritto apposta "scavalcare". Non è importante la posizione ideologica (chi vuole può dire "espropriare", chi preferisce può utilizzare la frase "obbligare a dare in concessione", e se poi un hacker ci tiene a usare la parola "infrangere" non mi interessa).
Il punto fondamentale è che questi vaccini hanno avuto un forte investimento pubblico e devono essere messi a disposizione di chiunque. L'obbiettivo di risparmiare qualche euro a dose con la contrattazione europea centralizzata è stato uno dei motivi per i quali in Europa sono arrivate molte meno dosi del previsto, del contrattualizzato, del concordato e soprattutto del necessario. Figuriamoci quindi quanto ci metteranno le dosi ad arrivare in Africa e in Asia, dove vive la maggior parte della popolazione mondiale. In India si producono 2,4 milioni di dosi al giorno, ma da quello stabilimento si forniscono 70 paesi e la popolazione della sola India (50mila contagi al giorno, ultimamente) è di 1,4 miliardi (yes, miliardi) di persone.
Ora mettiamo anche che la contrattazione europea abbia permesso di risparmiare qualche miliardo. Qualche miliardo vale le centinaia di persone che stanno morendo ogni giorno in Italia, le migliaia che stanno morendo ogni giorno in Europa, il blocco delle persone nelle case, la chiusura delle attività commerciali? Quanto ci costa ogni miliardo risparmiato? Quanto ci costa non mettere a regime la produzione di vaccini in ogni angolo del mondo in cui sia possibile?
Ecco, dopo essermi sfogato un po’, posso lasciarti ascoltare le tue rubriche preferite, che trovi in una comoda playlist qua sotto.
A lunedì,
Francesco Zambelli
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Aforismi
Leonardo Sciascia, Gianni Rodari, Paul Valéry, George Bernard Shaw, Thomsa Mann sono gli autori che hanno introdotto le nostre rubriche la scorsa settimana, nella selezione e lettura di Heiko Caimi
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Ambiente, cultura e sostenibilità
Abbattimento barriere architettoniche, sostenibilità e superbonus (Isaac Scaramella). W.G. Sebald, Gli emigrati (Heiko Caimi). In un click il primo campo magnetico di un buco nero (Daniele Piacentini). Food Systems Pre-Summit (Davide Zarri). Svelata la bozza sulla tassonomia degli investimenti sostenibili (Marta Massera). Perché si dice.. schiacciare un pisolino (Daniele Piacentini). Mangiare in pandemia (Doriana Galderisi). La settimana contro le discriminazioni razziali (Stefano Galieni). Le produzioni in stand by in attesa della riapertura dei cinema (Paolo Piazza). 22.03.1909- a Desenzano la ferrovia... arriva al lago… e viceversa (Daniele Piacentini).
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Buon fine settimana da Francesco Zambelli.